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“L’ Innocenza”

“L’Innocenza,” un racconto di Elsa Morante, e fascinato per il suo miscelo della realismo e la fantastica.   C’é anche nella voce del narratore un elemento più di umore ironico che sia molto effettivo.  Nel suo stile che sembra il più vicino a Gabriel Garcia Marquez, e le sulle opere del magico – realismo.   Il realismo é presente nelle descrizioni del ragazzo piccolo e sua nonna; il nipote è non idealizzato.  Lui è un po’ di prepotente e la nonna è molta brutta davvero.  Nei molti modi lei è la ragazza e lui, se non un parente, e un po’ più di maturo.  Forse a una volta non credessi che questo sia reale, pero come vedo le mie nonne crescono anziane, capsico che questo sia vero.  La mia mamma e mio papa sono non più i figli, pero i parenti alle sue madri.

Ma questo sole è basta essere un soggetto multo interessante per un racconto, l’autore fa il narrativo più di complesso con l’addizione del personaggio della donna misteriosa nel vestito violo, chi sappiamo dopo è la Morte.  Come ogni bel favola, questo racconto e un po’ surreale e pauroso, e difficile dimenticare.  Si chiede, “Quando sono aperto la porta alla Morte, ignaro?”

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